giovedì 27 novembre 2008

Medicina Basata sull'Assenza di Evidenze (AEBM)

Do drug firms suppress unfavourable information about new products?

To see if firms massaged data from trials of new drugs, Dr Bero and her team compared the information that companies share with America’s Food and Drug Administration (FDA) about those drugs with what they eventually publish in medical journals. [...]

In theory, there should be no difference between what the regulators are told about a new drug’s strengths and weaknesses and what doctors and other researchers read in journals. [...]

The results are distressing. Only three-quarters of the original trials were ever published, and it turned out that those with positive outcomes were nearly five times as likely to be published as those that were negative.

lunedì 24 novembre 2008

The disappearing male


E' uscito questa settimana "The Disappearing Male," un documentario della Canadian Broadcasting Company (CBC) che parla della minaccia di alcuni inquinanti ambientali sull'apparatoriproduttivo maschile.

Molte evidenze si sono accumulate nei confronti di alcune sostanze con effetto simil-ormonale chiamate anche EDC (endocrine disrupting chemicals) o gender bender chemicals, tra cui bisfenolo e ftalati, che si trovano praticamente dappertutto (in quanto utilizati per produrre il PVC) dallo shampoo al tappeto, dai cosmetici ai biberon.

Ci sono un sacco di link al documentario originale, al trailer, alla versione youtube ... nessuno funziona. La ricerca diretta su youtube non produce risultati.

Se qualcuno trova qualcosa mi faccia sapere.

Aggiornamento (08/12/2008). Oggi dovrebbe essere stata pubblicata la più estesa ricerca sull'argomento anticipata ieri da u articolo sull'Independent.

Girini, spermatozoi e atrazina?

Earth in Mind, a book by notable environmental educator David Orr, opens with two memorable and frightening statistics:
  • Male sperm counts worldwide have fallen by 50% since 1938;
  • There has been a marked decline in populations of amphibians - frogs, toads, salamanders, and newts - world-wide. (enviroblog.org)
L'articolo ipotizza che ci sia un legame tra la presenza di atrazina nell'acqua e l'estinzione delle rane a causa degli effetti di questa sostanza sull'apparato riproduttivo degli anfibi.

Vabbè, e chissene frega di rane e girini. Però, continua l'articolo:
exposure to atrazine is not a frog-only problem. EWG tap water database reported that between 1998 and 2003, 19.1 million people in 702 communities rank water contaminated with atrazine.
L'atrazina è un principio attivo ad azione erbicida appartenente alla classe delle clorotriazine, nel più esteso gruppo delle triazine.

In Italia è diventata famosa negli anni ottanta quando il suo livello di tollerabilità venne aumentato per decreto fino a 165 volte sopra i limiti fissati dalla CEE.

Poi è stata finalmente vietata nel 1996.

Quindi, ormai, non c'è n'è più traccia nella nostra acqua?

Non sembra che sia porprio così.

Un'indagine ell'APAT riportata dall'Espresso l'anno scorso rivela che:
"a distanza di quasi 20 anni dal divieto che è stato posto sul suo uso, abbiamo trovato ancora tracce di atrazina: nel 20% dei campioni delle acqua superficiali e nel 15% di quelle sotterranee. In qualche caso si supera addirittura ancora il livello di potabilità."

mercoledì 19 novembre 2008

Vaccino HPV e cancro all'utero

L'Italia è stato il primo Paese europeo a vaccinare gratuitamente le giovani donne per il Papilloma virus, "causa del tumore al collo dell'utero" (noto come HPV nel gergo medico).

Questa pagina di MedNat.org, pur nella sua veste grafica che inizialmente può sembrare un po' delirante, raccoglie una notevole quantità di informazioni che dovrebbero essere conosciute prima di decidere se vaccinare le proprie figlie.

martedì 11 novembre 2008

Le staminali embrionali non servono a nulla...

...mentre si sono ottenuti ottimi risultati con il prelievo da cordone ombelicale o da cellule adulte ed emopoietiche". Lo ha detto il card.Barragan presentando un Convegno internazionale sulla pastorale nella cura dei bambini malati.

Per voce del presidente del pontificio consiglio per la Salute, card.Javier Lozano Barragan, il Vaticano conferma la sua contrarietà al prelievo di cellule staminali da embrione, ma si apre al suo uso incoraggiando l'utilizzo di quelle estratte da cellule adulte o da cordone ombelicale. (loccidentale.it)

Nanocosmetici

I cosmetici che contengono minuscole "nano" particelle si stanno largamente diffondendo benchè rimangano questioni non risolte riguardo la loro sicurezza. (bbc.co.uk)

Gli esperti della Royal Commission hanno scritto al Governo Britannico che urge una regolamentazione all'utilizzo delle nanoparticelle.
Specifically, it also called on the government to recognize a "degree of ignorance and uncertainty in this area" and lay out the time it will take to address these.

sabato 8 novembre 2008

Trappole statistiche

I test statistici utilizzati per interpretare i dati non sono "neutrali" ma possono essere scelti per esaltare o nascondere alcuni effetti o indurre in grossolani errori.

Il Dr. Peter Austin studia da anni questi fenomeni e ha pubblicato un articolo in cui dimostra che applicando un test statistico ad una popolazione selezionata a priori era possibile dimostrare, ad esempio, che i pazienti del segno dei pesci avevano maggiori probabilità di essere ricoverati per insufficienza cardiaca di quelli degli altri segni zodiacali.

Risultati positivi

Sembra che le riviste preferiscano pubblicare gli studi che hanno risultati positivi. [...] Si potrebbe addirittura dare la priorità agli studi con risultati negativi o a quelli con i metodi d'indagine e le interpretazioni migliori, a prescindere dai risultati.

La maledizione del vincitore

Nella teoria economica la maledizione del vincitore (winner's curse) è quella che colpisce chi piazza l'offerta vincente in un asta rischiando di pagare un prezzo troppo alto.
Secondo una nuova analisi forse sta succedendo una cosa simile nell'editoria scientifica.
Gli articoli scientifici che fanno più notizia sono spesso quelli meno accurati [...] Vista la grande quantità di studi che si contendono le pagine delle riviste più prestigiose, i vincitori sono quelli che si sopravvalutano e strombazzano risultati senzazionali che poi si rivelano falsi.

giovedì 6 novembre 2008

Le cellule staminali fanno anche venire il cancro!

L'avevo già letta il 27 ottobre su StudioCelentano.it con il titolo "Staminali tumorali causa dell'ATC"e viene riportata pari pari oggi da ADUC col titolo "Scoperto ruolo delle staminali responsabili del tumore alla tiroide", entrambi aprono l'articolo con queste parole:
"Potrebbero essere le cellule staminali le responsabili di alcune forme aggressive di tumore tiroideo."
Così viene riportata la scoperta di un gruppo di giovani biotecnologi, biologi e medici della sezione di Endocrinologia - Policlinico dell'universita' degli Studi di Palermo pubblicata (il 28 ottobre, non ieri come riporta ADUC per non arrivare in ritardo!) su PlosOne.

I titoli, ma soprattutto la frase di apertura fanno sicuramente "intravedere" che le staminali non sempre sono una "cosa buona" se possono anche far venire il cancro.

In realtà la ricerca italiana si situa in un filone vastissimo di ricerca sulle cellule staminali tumorali (TSC o CSC) che sostiene (ormai con tantissime dimostrazioni) che ogni tumore (e quindi anche quello della tiroide) - come ogni tessuto sano - abbia un piccolo nucleo di cellule staminali che lo "mantengono".

Gli studi attuali, come quello italiano, stanno cercando di caratterizzare sempre di più queste cellule per poter capire sempre meglio come nascono i tumori e per poterle poi aggredire in maniera selettiva.

Viene il dubbio che quei titoli si inseriscano invece in un filone tipicamente italiano non di ricerca ma, come spiega molto bene Armando Massarenti nel suo libro Staminalia, di tentativo di demonizzare la ricerca sulle cellule staminali e, in particolare, sulle staminali embrionali.

domenica 2 novembre 2008

I L.E.A. ovvero meno tasse per tutti

Il 23 febbraio 2002 è entrato in vigore il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definisce i Livelli essenziali di assistenza (LEA), vale a dire le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale.

I LEA sono organizzati in tre grandi Aree:

  • l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro
  • l’assistenza distrettuale
  • l’assistenza ospedaliera
E’ molto importante ricordare che le prestazioni e i servizi inclusi nei LEA rappresentano il livello “essenziale” garantito a tutti i cittadini ma le Regioni, come hanno fatto fino ad oggi, potranno utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA. (ministerosalute.it)

La Commissione nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni ha il compito di valutare, in relazione alle risorse definite, i fattori scientifici, tecnologici ed economici relativi alla definizione e all’aggiornamento dei LEA.

La Commissione, nominata e presieduta dal Ministro della salute, è composta da esperti nominati dal Ministero della salute, dalle Regioni e dal Ministro dell’economia e delle finanze. Con decreto firmato l’8 gennaio 2008 il Ministro ha provveduto a nominare la nuova Commissione.

La precedente Commissione era stata costituita con Decreto ministeriale 25 febbraio 2004, e modificata con il Decreto ministeriale del 3 agosto 2005 che ha sostituito due componenti.

I documenti prodotti dalla Commissione sono alla base del DPCM con i nuovi Lea varato dal Governo il 23 aprile 2008. (ministerosalute.it)

Quando si affrontano questi temi, indipendentemente dalla volontà politica di offrire più o meno "servizio sanitario nazionale" e, di conseguenza, imporre più o meno prelievo fiscale, uno dei problemi più o meno nascosti è che le scelte vengono supportate dalle evidenze scientifiche.

Abbiamo già sottolineato come non sempre le evideze scientifiche siano prodotte nel solo e massimo interesse dei pazienti e come, d'altra parte, non tutte le osservazioni che appaiono "evidenti" raggiungano i crismi dell'evidenza scientifica ufficiale.

Il problema è quindi quello di definire politicamente quali sono i criteri che devono guidare nella scelta dei trattamenti da considerare essenziali.

Ovvio che si devono considerare la gravità delle malattie, l'efficacia dei diversi trattamenti, e il loro costo. Ma non solo.

Un primo criterio si potrebbe far risalire a Ippocrate
(ca. 460-ca.377 B.C.) e cioè quel Primum Non Nocere che dovrebbe ispirare la professione medica. Il fatto di preferire innanzitutto i trattamenti con meno effetti collaterali ha anche una rilevanza politica nel lungo termine poichè gli effetti collaterali scatenati dai trattamenti di oggi diventeranno nuove patologie (e quindi nuovi costi da sostenere) domani.

Spesso però gli interventi con meno effetti collaterali sono quelli di prevenzione primaria che vanno contro gli interessi delle Aziende Farmaceutiche e che non ricevono molti fondi per la ricerca ... quindi non hanno molte evidenze.

Un secondo criterio è di sicuro quello dell'efficacia del trattamento: se c'è un trattamento più efficace (a parità di effetti collaterali) sarà di sicuro da preferire. Ma a parità di efficacia?

Io credo che andrebbe preferito il trattamento più economico poichè, ovviamente, potrebbe essere esteso ad un numero maggiore di pazienti con un costo inferiore per la società.

Anche questo criterio va contro gli interessi delle Aziende Farmaceutiche.

La scelta in base alla gravità delle patologie sembrerebbe più semplice.

Ma anche i pazienti e in particolar modo le associazioni di pazienti possono ostacolare questo processo pretendendo che "tutte" le cure per la loro patologia siano considerate essenziali, principio che pur essendo comprensibile non ha niente a che vedere con il ruolo assistenziale di uno stato.

Il punto è che uno stato ha risorse limitate (e tanto più limitate quante meno tasse vuol far pagare ai suoi cittadini) e quindi non può regalare tutto a tutti ma deve scegliere cosa a chi.

Per fare un esempio un po' paradossale ma chiaro diventa ovvio che se ci fossero solo i soldi per fare l'insulina ai bambini diabetici o per fare il trapianto di capelli agli uomini calvi, nessuno oserebbe sostenere che il trapiando di capelli possa rientrare nei L.E.A.


Spesso però le Aziende Farmaceutiche sostengono associazioni di pazienti perchè lottino per l'inserimento nei L.E.A. delle ultime costosissime terapie piuttosto che per la diffusione capillare di vecchie terapie forse meno efficaci, non sempre con più effetti collaterali (di solito ci vogliono molti anni per scoprirli tutti) ma di sicuro meno costose.

Tutto questo non è nell'interesse dei pazienti.

Crowdsourcing

Crowdsourcing (crowd + outsourcing) è un neologismo per un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team. Tale processo aviene attraverso degli strumenti web o comunque dei portali su Internet. (wikipedia)
In un saggio dell'anno scorso dal titolo "La saggezza della folla", James Surowieki sostiene la tesi che i gruppi, anche se non competenti, ottengono risultati migliori dei singoli esperti per quanto riguarda valutazioni e previsioni.

Questo è uno dei principi su cui si basa questa idea di Ricerca Indipendente

Cos'è "Ricerca Indipendente"

Ricerca Indipendente nasce da un'idea molto semplice:

non c'è nessuno più esperto del paziente nella sua malattia
.

Sappiamo invece che la Ricerca Scientifica Ufficiale è sottomessa a tanti interessi tra cui, soprattutto, quelli dell'Industria Farmaceutica.
Per questo le ricerche cliniche spesso non rispondono ai bisogni ed ai quesiti più rilevanti per i pazienti.
Per questo ci sono ricerche che nessuno farà mai.

Perchè ho chiamato (im)pazienti gli interessi che si oppongono alla Ricerca indipendente? Per due motivi: primo, non sono gli interessi dei pazienti; secondo, costituiscono dei veri e propri (im)pedimenti alla ricerca.

L'idea alla base di questo progetto è molto semplice:
  1. raccogliere dai pazienti spunti su cui ricercare (dalla Medicina Basata sull'Evidenza alla Medicina Basata sulle Esperienze)
  2. proporre questi spunti a tutti i pazienti affetti dalla stessa malattia (fase del reclutamento dei pazienti)
  3. raccogliere i dati da tutti i pazienti che hanno partecipato alla fase di sperimentazione e renderli immediatamente disponibili (fase della sperimentazione clinica)
Ad esempio:
  1. un paziente suggerisce che la febbre diminuisce se mangia una banana
  2. proporre a tutti i pazienti con la febbre di mangiare una banana
  3. raccogliere le esperienze di tutti i pazienti che spontaneamente hanno aderito e stabilire che probabilità esiste che mangiando una banana la febbre diminuisca
Questo blog non raccoglierà i singoli studi, per ognuno dei quali verrà avviato un blog indipendente.
Questo blog è lo spazio in cui discutere della Ricerca Indipendente, dei suoi fini, dei suoi mezzi e dei suoi (im)pedimenti.
Questo blog è lo spazio in cui porporre temi su cui sviluppare ricerche indipendenti.